Credi di conoscere la tua città dentro e fuori, ma fidati c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare!
Ho sempre pensato che Milano fosse una città con pochissimi luoghi “instagrammabili”.
In realtà, se entri in modalità “turista nella tua città natale” scopri che nella metropoli lombarda ci sono tante opportunità fotografiche.
Una fra tutte: la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, un posto che vale la pena di andare a fotografare.
Ecco cosa vedere all’interno della chiesa, seguito da alcuni consigli tecnico-pratico su come fotografare al meglio le opere esposte.
- Cammini in Corso Magenta, ci passi davanti e quasi non te ne accorgi perché la sua facciata è molto semplice.
Da fuori non puoi minimamente immaginare che una volta entrato, tutto diventa meraviglioso, dai volontari che ti informano con la massima gentilezza all'atmosfera magica e serena, dalla luce che filtra dai finestroni alla morbidezza degli affreschi.
All'interno di una chiesa, usa il grandangolo per catturare lo spazio e un obiettivo macro per apprezzare trame e dettagli dei tanti dipinti. - La chiesa è divisa in due zone: una per i civili e l'altra per le monache del monastero.
Tutte le pareti, sia della parte pubblica che in quella riservata alle religiose sono ricoperte di affreschi che raccontano le storie di santi, raffigurano parabole, mostrano episodi della vita di Cristo e della Bibbia.
Sfrutta le navate, i disegni geometri sul pavimento, il soffitto o le colonne in fila come linee guida per accompagnare l'occhio dello spettatore all'interno dell'edificio. - I superbi affreschi sono stati realizzati da alcuni tra i più grandi maestri della pittura lombarda del XVI secolo.
Le magnifiche decorazioni della chiesa sono la ragione del soprannome dato da Sgarbi di "Cappella Sistina" di Milano.
Le colonne e i loro archi forniscono cornici attraverso le quali è possibile focalizzare l'attenzione su una vetrata o un quadro. - Quattromila metri quadrati di affreschi e decorazioni dipinti da Bernardo Luini (allievo di Leonardo Da Vinci), Simone Peterzano (maestro di Caravaggio), Antonio Campi (ispiratore di Caravaggio), e ancora da Bergognone (coro), Lomazzo, Boltraffio, i tre figli di Luini (Giovan Pietro, Evangelista e Aurelio).
Non dimenticare di fotografare il soffitto, spesso troverai modelli e linee direzionali o semplicemente delle magnifiche opere d'arte dipinte. - Gli affreschi ricoprono ogni spazio, sia nella parte pubblica sia nel Coro delle Monache.
I critici d'arte attribuiscono notevole importanza ad alcuni dipinti, in particolare: il "Martirio di Santo Stefano" e "San Sigismondo che offre a San Maurizio il modello della chiesa" entrambi posti sul tramezzo e ancora, la "Decapitazione di Santa Caterina da Siena" nella cappella Besozzi .
Riempi il fotogramma e non stressarti per le verticali convergenti, potrai raddrizzarle con Photoshop in post-produzione. - Il pubblico invece è incuriosito dal magnifico cielo stelato sotto il coro, ma la star è sicuramente il "grande affresco dell’arca di Noè" nel Coro delle Monache.
Non potendo fotografare coi diaframmi chiusi (per via della scarsa luminosità), per creare la profondità alla tua composizione usa la stratificazione: poni elementi in primo piano, in mezzo e lontani. - Moltissime le coppie degli animali che entrano nell'arca.
Due le curiosità da cercare: gli "unicorni" bianchi e i tre cani.
Se tutti gli animali sono in coppia, perché ci sono tre cani?
Per quest'ultimo enigma c'è la soluzione: il terzo esemplare era il cane del Luini.
Un soggetto ben scelto parla allo spettatore e racconta una storia. - Sono 190 le raffigurazioni dipinte sui muri, che rappresentano uno dei più importanti cicli di affreschi del Cinquecento lombardo.
La sfida più grande quando si scatta all'interno di una chiesa è decidere quali dettagli riprendere e da quali angolazioni.
La soluzione è realizzare uno scatto panoramico che ti consentirà di catturare la vastità dell'ambiente e di evidenziare la grandiosità dell'edificio. - Non ci sono solo gli affreschi di prezioso nella chiesa, ma anche un cinquecentesco organo a trasmissione meccanica, opera di Gian Giacomo Antegnati, ancora funzionante.
È imponente, collocato in alto al centro del coro delle monache.
Notevoli anche le due ante laterali completamente dipinte.
Leggi il manuale di istruzione della tua fotocamera, sono certo che troverai molte soluzioni su come realizzare foto senza errori evidenti. - Conclusioni: nella frenetica Milano esistono luoghi che sono chicche di bellezza dimenticati da tutti.
Sta a te scoprirle, con la curiosità di un turista in visita.
L'impostazione tecnica di una fotocamera è senza dubbio importante da imparare, ma la vera magia risiede sempre nella composizione della foto.
A volte basta semplicemente utilizzare la "regola dei terzi" e decentrare il soggetto principale per creare un'immagine più dinamica e piacevole.
Testo e foto di Alvaro Foglieni
Feci alcune foto anni fa con pellicola luce artificiale e senza cavalletto perchè mi sembra non si potesse usare.Ovviamente i risultati non sono paragonabili ai tuoi veramente ottimi.Potresti dare i dati di ripresa?
(Il lavoro di post produzione è una tua abile aggiunta)
Grazie e ancora complimenti
Ciao Giorgio,
grazie mille per i tuoi sempre graditi commenti.
Rispondo alla tua domanda.
Tutte le foto sono state scattate con la compatta Canon G7X – Mark 2.
Le impostazioni di scatto sono:
Imposto la modalità “SCN” e scelgo la funzione “SCATTO NOTTURNO MANUALE”.
La fotocamera realizza 3 scatti in sequenza, che poi elabora in macchina e mi propone la foto finale.
Tutti i disturbi che avevo con gli ISO alti, il micromosso della mano e la troppa differenza chiaro-scuso vengono ridotti.
Questo metodo ha alcuni “svantaggi” …esagerando il concetto:
– devo tenere ferma la fotocamera durante i 3 scatti consecutivi.
– è necessario attendere una decina di secondi prima di effettuare un nuovo scatto, perchè la fotocamera sta elaborando e combinando le 3 immagini.
In genere scatto sempre con il grandangolo: lunghezza focale 8,8 (equivalente al tradizionale 24 mm).
Preferisco avvicinarmi al soggetto anziché usare lo zoom.
Mi aiuta molto il diaframma che ha un’apertura massima di f/1,8.
In genere le foto hanno dei dati di ripresa di: 1/60″ – f/1,8 – ISO 1.000
In post-produzione tolgo un po’ di rumore digitale, aggiusto le luci e i sistemo colori.
Spero di aver risposto alle tue domande.
Ciao
Alvaro