Per il fotografo della natura, il Biancone rappresenta un soggetto molto ambito, ma realizzare belle immagini richiede abilità, conoscenza e pazienza.
In questo articolo esaminerò le abitudini e il comportamento del rapace sia in volo, che a terra.
Sono utili informazioni per chi deve affrontare le complessità della fotografia naturalistica agli uccelli selvatici.
- È la metà di marzo e come ogni anno, non voglio mancare l'appuntamento con la migrazione primaverile del Biancone.
La Liguria è una regione che da molte soddisfazioni al fotografo della natura, grazie alle catene montuose molto vicine al mare.
Ci sono giorni in cui assisto al passaggio di decine (in alcuni casi, centinaia) di rapaci.
Si tratta di uccelli adulti che cercano di raggiungere i loro terreni di nidificazione il più presto possibile. - Il Biancone è facilmente identificabile grazie alle piume scure della testa e della gola e il ventre bianco.
A causa delle sue dimensioni e della sua morfologia, durante la migrazione l'uccello utilizza principalmente la via della terraferma, evitando le lunghe traversate del Mediterraneo.
Il motivo è molto semplice: le ampie ali sono adatte al volo planato che sfrutta le correnti termiche.
Queste circolazioni di aria verticali sono assenti sull'acqua e per il rapace l'attraversata del mare sarebbe troppo faticosa e dispendiosa dal punto di vista energetico. - Sfruttando le correnti ascensionali sono in grado di percorrere decine di chilometri senza battere le ali e senza faticare.
Quando hanno bisogno di guadagnare nuovamente quota cercano i vortici di aria calda in risalita e vi si lasciano trasportare verso l'alto.
È un momento spettacolare, a volte capita di vedere decine di uccelli che si librano insieme ruotando nell'aria.
Uno momento davvero mozzafiato, che mostra quanto i Bianconi siano maestri nell'individuare le correnti termiche.
Fotografandolo in volo alto nel cielo, è opportuno impostare un diaframma chiuso che consentirà di ottenere un'ampia profondità di campo. - Anche se alti nel cielo, la loro sagoma è inconfondibile: a colpo d'occhio il Biancone appare come un grande rapace dalle ali lunghe e larghe, una coda corta e la parte inferiore del corpo bianca (da qui, il nome).
Una delle sue caratteristiche più sorprendenti sono gli occhi di colore giallo pallido.
Anche se il suo volo è lento e caratterizzato da lunghe planate, è consigliabile utilizzare una velocità dell'otturatore rapida per congelare il movimento, la messa a fuoco continua aiuterà a mantenerlo nitido.
Imposta la modalità di messa a fuoco a punto singolo (usa il centrale) e se l'uccello risulta troppo scuro contro il cielo chiaro, agisci sulla compensazione dell'esposizione, scegliendo i valori "positivi" (+1; +2; o frazioni.). - L’habitat preferito del Biancone è il paesaggio aperto, a volte arido, con la presenza di sassi e arbusti.
In Italia, i territori di nidificazione più produttivi sono i Monti della Tolfa, un ambiente caratterizzato da boschi con grandi alberi sempreverdi e latifoglie dove costruire il nido, intervallati da prati e pascoli posti sui versanti caldi e soleggiati del territorio.
È uno degli hot-spot che preferisco nei mesi estivi per osservarlo e fotografarlo. - Avvicinarsi al Biancone richiede un'attenta pianificazione e osservazione, questi uccelli sono noti per non essere tolleranti alla presenza umana.
È fondamentale muoversi lentamente e silenziosamente, mantenendo una distanza di sicurezza per evitare di causare stress o disturbi.
Capire il comportamento, conoscere le aree boscose preferite e distinguere il tipo di volo aiuta il fotografo a posizionarsi strategicamente per catturare immagini eccezionali. - Il Biancone è conosciuto anche come "aquila dei serpenti" a causa della sua dieta predominante, fatta principalmente di serpenti (90%): il Biacco, il Cervone, il Saettone o colubro di Esculapio.
Uno degli elementi distintivi della sua tecnica di caccia è lo "spirito santo" una particolare tipo di volo che consiste nel restare fermo in aria, sbattendo rapidamente le ali.
Individuata la preda sul terreno, si tuffa in picchiata, anche da altezze oltre i 35-40 metri.
Una volta catturato, il serpente viene ucciso a terra o, se di piccole dimensioni (sotto 1 mt), anche in volo.
La preda viene soppressa mediate schiacciamento o staccando la testa del serpente prima di ingoiarlo. - In genere, il Biancone costruisce il nido su alberi isolati alti, tipo quercia e pino, con rami robusti che possono supportare la grande struttura, che hanno rami robusti ed elevati sufficienti per trattenere il nido in sicurezza.
Entrambi i sessi partecipano alla costruzione del nido, ma di solito è la femmina che fa la maggior parte del lavoro a partire dalla raccolta dei materiali disponibili dall'ambiente circostante: stecchi, ramoscelli, foglie e talvolta foglie ancora verdi.
Dopo aver scelto il ramo ottimale sull'albero, la femmina costruisce il nido intrecciando il materiale.
La partnership tra i due partner garantisce il successo riproduttivo. - Fotografare il Biancone è eccitante, ma richiede pazienza, spirito di osservazione e conoscenza della specie. È attivo durante il giorno, soprattutto al mattino presto e alla fine del pomeriggio.
Col tempo ho imparato che le condizioni meteorologiche possono avere un impatto sulla sua attività: con un meteo soleggiato e calmo, è più dinamico.
In genere utilizzo un telo mimetico "a foglia" che mi permette di fondermi con il paesaggio e non disturbare il rapace…almeno credo.
Uso Un 400 mm con un moltiplicatore di focale Canon EF 1.4x III. - Conclusioni: frena l'impazienza e resisti al desiderio di "scattare la foto" nel momento in cui vedi un uccello.
L'arte del "non fare" alimenta la pazienza, l'immobilità e un più profondo apprezzamento per la fauna selvatica.
Le foto a corredo dell'articolo sono frutto di lunghe ore di appostamento e di visite ripetute nei luoghi conosciuti.
Esperienza e precisione: segreti della caccia fotografica di successo.
Testo e foto di Alvaro Foglieni
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Che meraviglia! Le conoscenze che ci trasmetti sono sempre preziosissime. Grazie.
Grazie Roberto per il tuo sincero apprezzamento!
Alvaro
Articolo stupendo che riaccende tutti i ricordi di tutte le volte che sono stato a vedere la migrazione di questo splendido rapace.
Ricordo l’emozione enorme in giornate dove ho visto passare centinaia e centinaia di esemplari e aspettare il momento in cui erano in termica sopra di me e potevo scattare decine di foto in maniera quasi perfetta.
Consiglio a tutti questa esperienza stupenda.
Grazie Marco, apprezzo molto il tuo commento!
Alvaro
Sono rimasto ahimè a diversi anni fa quando si andava al Beigua per fotografare la migrazione ora vedo che hai completato le riprese con quelle nei luoghi di nidificazione.Le immagini sono splendide,penso aiutato anche da una lunga focale che una volta non usavi.Complimenti ancora
Grazie Giorgio per aver apprezzato il mio lavoro!
Alvaro
Ci hai raccontato un’esperienza davvero unica, grazie per le foto e per i suggerimenti necessari per poter immortalare il Biancone!
Grazie per queste parole così gentili.
Alvaro