Di solito non si associa la fotografia naturalistica a una scarica di adrenalina, ma credimi, succede! Ricordo ancora oggi, nonostante siano passati decenni, un viaggio che aveva come obiettivo una specie particolare che non avevo mai fotografato prima.
Arrivò la segnalazione da un amico e partii gasato per andare a fotografare, viaggiando per molte ore tutto eccitato per l’indicazione (scommetto che la stessa cosa è capitata a molti di voi) .
Come andò a finire il mio viaggio?…guarda l’ultima foto dell’articolo!

Scopri l’arte di catturare il “momento decisivo” nella fotografia naturalistica con i nostri tutorial.

Amo fotografare gli uccelli comuni, ma l’opportunità di avere la foto di una …rarità (almeno per il mio archivio) è a dir poco esaltante!
La segnalazione di una specie che ti manca è uno degli aspetti più eccitanti della caccia fotografica.
Il successo, tuttavia, non è sempre garantito: “…ho viaggiato tanto per arrivare nel posto segnalato e l’uccello non c’è più”.
Ti è mai capitato?

Gli uccelli non informano i fotografi di quanto tempo rimarranno in quel luogo particolare.
Gli uccelli non sono dei soprammobili che dove li posi, rimangono,
Gli uccelli hanno le ali e …volano, si spostano, cambiano zona, migrano.
Quando mi arriva una segnalazione, non sono mai sicuro di vedere effettivamente l’uccello finché non è nel mirino della mia fotocamera.

In genere, il viaggio d’andata è caratterizzato dalla speranza di trovare la specie segnalata.
Il viaggio di ritorno a casa è invece dominato da felicità per la riuscita dell’impresa o da tristezza per non aver centrato l’obiettivo.
Con il tempo e con l’esperienza ho diminuito i viaggi a vuoto.
In questo post, voglio condividere alcuni suggerimenti da mettere in atto prima di partire, per ridurre al minimo la possibilità di fare cilecca.

L’informazione è fondamentale.
Per avere le migliori probabilità di fotografare l’uccello, servono indicazioni specifiche e dettagliate.
Dove è stato visto l’uccello? …istruzioni come: “…nel parco del Ticino vicino al ponte di barche di Bereguardo” non è una spiegazione ottimale.
Hai bisogno di dettagli del tipo “…prendi il sentiero alla destra del baretto, prosegui per una cinquantina di metri fino all’albero secco alla tua sinistra e cerca l’uccello nella fila di siepi fiorite prima del ponte di legno sulla lanca …”.

L’ideale è trovare un contatto locale che mi possa fornire degli aggiornamenti sulla presenza dell’uccello.
È importante anche sapere qual è l’ora del giorno migliore, il percorso del sole e la distanza del soggetto dal punto in cui si scatteranno le foto.
Il segreto per catturare buone immagini è la conoscenza!

Esiste una convinzione diffusa che recita: “…appena sai dell’avvistamento, vai il prima possibile sul posto perché non sai mai quando un uccello svanirà”.
La mia esperienza invece non consiglia una corsa immediata alla località segnalata.
Aspetta almeno 36-48 ore per capire il comportamento di quell’uccello, se rimane in zona, se era solo uno stop-over veloce, se il giorno dopo non c’è più, ecc.

Sapere che un uccello rimane in quel posto a lungo è fondamentale per il successo di un viaggio fotografico.
Il mio consiglio è: un avvistamento in primavera e in autunno deve farti dubitare.
Non partire immediatamente quando gli uccelli sono in migrazione perché nel migliore dei casi si fermeranno per 3-4 giorni.
L’osservazione invernale è più affidabile perché gli uccelli tendono a sostare molto più a lungo.

Non aspettarti di vedere tutti gli individui che ti hanno segnalato.
Se arrivi la mattina dopo che è stato visto l’ultima volta e la notte era illuminata dalla luna, probabilmente se ne sarà andato.

Conosco amici che non si fermano davanti a nulla pur di fotografare un nuovo uccello.
Nessuna spesa è risparmiata, nessun luogo è troppo lontano e nessun mezzo è troppo costoso se offrirà la possibilità di fotografare un uccello che pochi hanno la fortuna di avere nel proprio portfolio.
Io dico: “…ma anche meno!”.
Ecco, parliamone.
Fotografo uccelli perché sono appassionato di fotografia naturalistica, non perché voglio vincere una gara.

Conclusioni: le fotografie più memorabili sono quelle che mi ricordano l’emozione provata durante lo scatto.
Penso che suscitare emozioni sia più importante di una foto tecnicamente perfetta.
Preferisco una foto mal composta ma che trasmette commozione, suggestione, interesse, piuttosto che un’immagine ben composta, ma senza anima.

E il mio viaggio dopo la segnalazione dell’amico?
Missione compiuta!
Ecco il ritratto dell’Ibis eremita fotografato in Toscana.

Caccia fotografica: anticipa il movimento per immagini creative.

Testo e foto di Alvaro Foglieni

Fai crescere le tue abilità fotografiche con i nostri consigli e trucchi: inizia seguendoci su X (Twitter).

Se ti è piaciuto l'articolo, condividilo su:

8 commenti

  1. Adrenalina,questa e’ la parola giusta.Direi anche emozione,felicita’ e pure tristezza,queste le emozioni che vivo anche io quando vado in caccia fotografica.Leggendo questo articolo ho vissuto tutte le emozioni e le fasi della caccia fotografica.
    Come sempre un articolo cosi bello che leggendolo ti sembra di essere proiettato in mezzo alla natura edi vivere il momento.
    Bellissimo.
    Buona caccia a tutti

    1. Author

      Quando un fotografo ha una grande passione, diventa un poeta.
      Buona caccia anche a te.
      Grazie Marco per aver condiviso le tue emozioni.

  2. Quando un articolo ti colpisce di più? Quando parla di te, delle ansie, delle emozioni, del brivido di un incontro tanto atteso, della felicità di un successo, di tutto quello che hai provato quando hai realizzato il tuo sogno. In fondo è come nell’amore, in questo caso l’amore per la natura e la passione per la fotografia. Ode al mio primo Martin pescatore!

    1. Author

      Credo che le seguenti parole spieghino più di mille discorsi cosa significa praticare fotografia naturalistica agli uccelli selvatici.
      Parole che dicono tanto.
      Dicono molto.
      Dicono tutto!

      Bravo Roberto!

  3. Bello quest’articolo, ci riporta a ciò che conta veramente quando stiamo fotografando, le emozioni vere!! L’incontro con una specie, la curiosità e la voglia di rubare l’attimo e portare a casa un ricordo per sempre. Luisa e Pietro

    1. Author

      Cari Luisa e Pietro le vostre parole ci hanno suscitato “emozioni vere”!
      “Portare a casa un ricordo per sempre” è la vera molla che ci spinge a uscire di casa col freddo o con il grande caldo.
      Grazie per il vostro prezioso contributo.

  4. La foto che trasmette emozione anche se non perfetta è il ricordo più bello che rimane perché è legato a quel preciso momento, qualche volta inaspettato a volte cercato con tanta fatica. Felicità e tristezza si alternano in base alle nostre aspettative ma ogni volta che esco per fotografare c’è sempre qualcosa che desta la mia attenzione, fosse anche un filo d’erba. La natura si mostra sempre in tutta la sua bellezza e i miei occhi ringraziano l’universo per questo dono.
    Grazie mille per i preziosi consigli!

    1. Author

      “La foto che trasmette emozione anche se non perfetta è il ricordo più bello che rimane perché è legato a quel preciso momento, qualche volta inaspettato a volte cercato con tanta fatica…”.
      Una grande verità e poesia!
      Grazie Patrizia, le tue parole hanno reso magico il nostro hobby.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *