I draghi sono tra le creature mitologiche più popolari e durevoli, molto presenti nell’arte sacra e nella letteratura, ancora oggi sono i protagonisti di film e libri di successo.
Generalmente sono considerati come simboli del male, da combattere e sconfiggere.
Non si sa quando apparvero per la prima volta nelle leggende o nelle tradizioni locali, ma è certo che sono citati in moltissime culture: dalla Cina alle Americhe, dall’Africa all’Europa.
Perché non andare alla ricerca delle tracce che questi animali hanno lasciato a Milano?
Di seguito troverai le indicazioni per un tour fotografico alla scoperta dei draghi meneghini.
- Partiamo dal simbolo di Milano, lo stemma dei Visconti in cui un enorme mostro ingoia una persona.
Lo si può fotografare sul Castello Sforzesco, sul balcone della loggia degli Osii in piazza Mercanti, sulla facciata della doppia chiesa dell'Incoronata e in numerosi altri punti di Milano.
Fra i tanti enigmi uno su tutti: il drago sta inghiottendo l’uomo o lo aiuta a rinasce facendolo uscire dalle sue fauci? - Anticamente i draghi erano considerati animali come tanti altri, a volte amici dell'uomo a volte pericolosi.
Fu solo con il diffondersi del cristianesimo che la loro immagine divenne negativa e per tutti furono visti come la rappresentazione di Satana.
Nella chiesa di Santo Sepolcro c'è un bellissimo quadro di Camillo Procaccini dal titolo "San Giorgio e il drago".
L'autore ha dipinto il momento esatto in cui il santo sta colpendo con una spada la feroce bestia.
E' interessante notare come il drago sia rappresentato come un miscuglio di animali differenti: un mammifero con le mammelle, col collo e la coda da serpente, una testa di cane, ali a membrana in parte peloso. - Novantasei draghi tutti riuniti in un unico punto: il Duomo di Milano.
Sono i gargoyle, mostri dall’aspetto raccapricciante, creature demoniache dalle sembianze animalesche che proteggono i fedeli dagli attacchi del diavolo.
Questo narra la leggenda.
In realtà sono solo la parte terminale dello scarico delle grondaie, ornate con queste figure mostruose e fantastiche. - Sempre sul Duomo, sul bordo destro del portone principale, in basso, si trova una scultura di quello che per alcuni è un cucciolo di drago.
La leggenda narra che nella bassa milanese esisteva un vasto lago, che per le dimensioni era anche chiamato "Mare Gerundo".
In questa immensa palude viveva una creatura mostruosa, un drago chiamato Tarantasio che lanciava fiamme e vapori nauseabondi.
La tradizione vuole che l'ultima apparizione sia avvenuta la sera del 31 dicembre 1299.
Poi non si è più visto. - Non ci sono molti mostri nella Bibbia per cui sorge spontanea una domanda: come mai gli artisti medievali scelsero proprio i draghi per parlare di religione?
E ancora: cosa pensava un fedele quando entrava in Sant'Ambrogio e vedeva i capitelli ricchi di questi soggetti?
Guardando oggi i draghi e altri mostri scolpiti sui capitelli dell'atrio della basilica, non riusciamo più a comprenderne il significato simbolico.
Il drago malefico - Nel Nuovo Testamento, (Apocalisse 12:7-9), si narra della lotta con il "…grande drago chiamato diavolo o Satana".
Una battaglia in cielo fra gli angeli dell'Arcangelo Michele e Drago con le sue truppe, vide la sconfitta del maligno.
Non c'era più posto per loro in cielo e furono scacciati e gettati sulla terra. - Era uso, nel Medioevo, così come nel Rinascimento, utilizzare gli animali come simboli dei vizi umani e delle virtù, morali e spirituali della dottrina cristiana.
Statue, dipinti, bassorilievi erano posti ben in vista all'entrata di un edificio di culto.
Erano esortazioni, avvisi, appelli che tutti i fedeli potevano guardare e recepire.
Il drago era di facile lettura, perché era da sempre l'emblema del male. - Molti pittori hanno utilizzato la figura del drago per rappresentare il demonio tentatore.
Le raffigurazioni mostrano i draghi che per uccidere le persone, non usano la forza bruta, ma il fiato tossico, raffigurato dalle fiamme.
La simbologia del gesto sta ad indicare che Satana utilizza la parola per catturare la sua "preda".
Una curiosità: nelle opere d'arte, quadri o statue, il drago è sempre sconfitto…un drago vincitore non lascia testimoni! - La caccia ai draghi urbani non può concludersi senza aver fotografato uno degli oltre 500 esemplari presenti a Milano.
Parlo delle fontanelle di acqua potabile conosciute come "draghi verdi".
Strutture di ghisa alte un metro e mezzo, con una vasca raccogli acqua alla base e il rubinetto d'ottone a forma di testa di drago.
La più antica è in Piazza della Scala, davanti a Palazzo Marino, un drago veramente speciale perché l'intera fontana è in ottone dorato. - Conclusioni: come spiegare il fatto che abitanti di continenti molto distanti fra loro e con culture completamente diverse, abbiano in comune storie simili che narrano dei draghi?
Una cosa è certa: queste creature irreali sono presenti nelle nostre leggende da millenni e ancora oggi non mostrano alcun segno di estinzione.
La tua caccia fotografica te ne darà la prova.
Testo e foto di Alvaro Foglieni
Bellissimo articolo dove si possono scopreire curiosità della nostra Milano.
conoscevo solo i draghi del Duono e la leggenda di Tarantasio ma tutti gli altri sono stati una bella sorpresa e appena avrò del tempo libero li andrò a cercare.
Come sempre articolo sempre fantastici
Grazie mille, per i gentili complimenti!
Alvaro
Interessante rassegna di soggetti di non comune interesse, magari una piccola sfida a cercare nuove e diverse rappresentazioni di questi splendidi animali magici. Io sono affascinato anche dai piccoli draghi viventi che ci circondano un po’ ovunque, la lucertola dei muri, il ramarro, il geco, e non mi esimo dal fotografarli ogni violta che ne ho occasione.
Grazie per il simpatico commento.
Alvaro
Ottimi suggerimenti, come sempre per una
uscita fotografica, aspettando che torni la
bella stagione per poter ancora fotografare i
simpatici draghi casalinghi: le lucertole!
Grazie Pietro, sei sempre molto gentile e carino nei tuoi commenti.
Alvaro