Oggi andiamo al “ponte degli Spagnoli”, l’originario passo del Pertüs, sulle prealpi orobiche.
Fare una passeggiata in montagna non è solo un utile esercizio fisico, ma anche una buona scusa per scattare foto.
Qualsiasi sentiero può essere la fonte di una moltitudine di soggetti da fotografare: macro a fiori e farfalle, fotografia paesaggistica e scatti alla fauna selvatica di tutte le dimensioni.
Fotografare in montagna vuol dire anche trasportare il peso della strumentazione fotografica in quota.
L’articolo prende in considerazioni i problemi derivanti da una scelta sbagliata del materiale fotografico e suggerisce alcune valide soluzioni.
- Il primo ostacolo alla fotografia escursionistica è l'attrezzatura: la reflex e tutti i suoi obiettivi sono troppo pesanti, poco pratici e alquanto delicati.
Troppo peso sulle spalle, troppo oggetti da maneggiare …finirai col non fotografare più nulla!
La soluzione? …usa una fotocamera compatta!
Leggera, la metti in tasca, subito pronta all'uso e se acquisti un modello "avanzato", realizzerai scatti da urlo.
Siamo in provincia di Bergamo, al passo del Pertüs (1310 m s.l.m.) un valico prealpino che mette in comunicazione la Valle San Martino con la Valle Imagna.
Parcheggia l'auto a Forcella Alta, nel grande spiazzo sterrato che sovrasta il laghetto omonimo. - L'attrezzatura fotografica, deve essere leggera e molto facilmente estraibile dallo zaino: vale a dire senza dover appoggiare la sacca.
Se ogni volta che vuoi scattare una foto, devi fermarti, mettere giù lo zaino e disfare tutto, ... ti scoraggerai molto velocemente!
Se non è a portata di mano, non la userai.
Prendi la strada sterrata a sinistra del laghetto e della cappelletta degli alpini, sei sulla Dorsale Orobica Lecchese (DOL).
Il panorama è incredibile: il Resegone, la Grigna meridionale, i laghi briantei e nelle giornate limpide il Monviso e il Monte Rosa. - Durante la passeggiata, la fotocamera non deve gravare sul collo e non deve interferire con i movimenti delle gambe, specialmente nei passaggi più complicati.
Conviene fissare la fotocamera alla cintura dei pantaloni o di attaccarla alla cinghia ventrale dello zaino.
La camminata sarà più rapida e il peso non si sentirà perché rimane sui fianchi.
Dopo circa 200 mt, entri nel bosco di faggi e da questo punto in poi, segui le indicazioni del sentiero C.A.I. 571 in leggera discesa. - Non correre il rischio di rompere la fotocamera nei passaggi difficili o addirittura pericolosi, lasciala al sicuro nello zaino.
Sono certo che se è appesa all'esterno ti sentirai (fisicamente e psicologicamente) impedito nel muoverti (specie nei tratti pericolosi).
Potresti anche rischiare di fare una brutta mossa per proteggerla, anziché pensare alla tua sicurezza.
È meglio aspettare a fotografare e fermarti in un posto in cui sarà meno rischioso estrarla dallo zaino.
Uscito dal bosco, prendi a destra attraversando il prato, sei sulla variante alta del Monte Picchetto. - Credimi, non ha senso portare l'ultimo modello di reflex super-ultra-mega, pesante, ingombrante, costosa, che richiede batterie di scorta e accessori, … e poi scattare delle semplici foto panoramiche.
Per il ricordo della giornata basterà una compatta o un semplice smartphone.
La tua schiena ti ringrazierà!
Dopo un paio di saliscendi nel bosco, il sentiero ti condurrà al vecchio convento, un'ex colonia di seminaristi, oggi non più in funzione. - Se vuoi comunque usare la reflex, quanti e quali obiettivi portare? ... uno, due obiettivi?... di più?
Porta un solo obiettivo, lo zoom (es.18-200mm).
Un solo obiettivo significa meno disordine nello zaino, meno stress, meno pericolo di danni … o di farlo cadere in caso di sostituzione.
Lo zoom è il miglior compromesso tra la fotografia e il piacere dell'escursionismo.
Se il soggetto è troppo lontano?...avvicinati!
Prendi il sentiero che a sinistra costeggia il muro di recinzione del Convento e percorsi altri 200 mt. nel bosco. - Durante le escursioni, la maggior parte delle persone scatta foto ricordo: un paesaggio, un fiore, momenti simpatici della gita, un selfie solitario o con i compagni di gita.
Le foto realizzate con una compatta (o con uno smartphone) soddisfano la maggior parte delle esigenze.
Nel bosco troverai un paio di passate con impianti arborei di faggi e roccoli in muratura destinati all'uccellagione, ma ormai abbandonati perché da tempo è stata vietata questo tipo di caccia.
Dettagliate bacheche spiegano la storia e l'uso delle antiche postazioni per la cattura dell'avifauna migratoria. - Non aver fretta di fotografare, prendi tempo prima di scattare una foto, non c'è il pericolo che il paesaggio scompaia all'improvviso, senza preavviso.
Guardati intorno, cerca l'angolazione migliore, rispetta la regola dei terzi e componi inserendo un primo piano, uno sfondo e un soggetto forte a circa un terzo della foto.
Questo approccio è più facile se lo zaino è leggero e non hai gli occhi che fissano solo le scarpe.
Uscito dalla faggeta, cerca sulla destra il punto panoramico che ti offre una splendida veduta sulla Valle Imagna e sulle più alte montagne della Val Brembana. - Non camminare sui sentieri di montagna con la fotocamera in mano e senza la copertura per l'obiettivo, è troppo rischioso: può scivolare, urtare una roccia, graffiare la lente... rompersi!
Una fotocamera compatta sta facilmente in tasca e quindi rimane protetta, ma sempre a portata di mano.
Non ti perderai nessuna scena,…non ti appesantirà,… non ostacolerà i tuoi movimenti e non rischierai di rovinarla.
Continua sul sentiero dopo poche decine di metri, sei arrivato alla meta: un piccolo ponticello di ferro e cemento lungo 10 mt. che consente di attraversare un crepaccio, una stretta forra rocciosa che nei secoli ha rappresentato il luogo di transito fra le due valli. - Conclusioni: l'importante non è avere lo zaino più grande o l'attrezzatura fotografica più costosa, ma vivere un'esperienza gradevole e sentire il piacere di condividerla.
La migliore fotocamera da portare in gita è quella che conosci meglio.
L'obiettivo finale di un'escursione fotografica sui monti è divertirsi!
Il ponte è noto come "Ponte degli spagnoli".
In realtà è il passo del Pertüs a essere in relazione con passaggio degli Spagnoli perché nel 1528, l'esercito ispanico attraversò questo valico per andare a liberare Lecco dall’assedio delle truppe milanesi.
Studia le opere di altri fotografi naturalisti: l’ispirazione può scaturire dall’ammirazione del lavoro altrui.
Testo e foto di Alvaro Foglieni
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