Incontri… naturali: “Luì piccolo, ti conosco e ti riconosco”

Un nuovo appuntamento con “Incontri… naturali”, la rubrica che ha l’obiettivo di creare un momento piacevole per chi legge così come è stato gradevole per l’autore la situazione descritta e il risultato ottenuto, arricchito dalle sue fotografie.

Quante scoperte da quando cerco di conoscere il mondo degli uccelli!
Ad esempio, il Luì piccolo.


Nessun ricordo nemmeno vago, né alle elementari, né in qualche racconto, fiaba, libri per grandi o piccini.
Questo nome non l’avevo mai sentito.
Ma lo scorso novembre, durante la gita all’oasi “La Madonnina” a Sant’Albano Stura, in provincia di Cuneo, ho incontrato il Luì piccolo.

Avevo così una prima foto.
A casa ho cercato le informazioni sui miei libri di avifauna e nel sito di Alvaro:  www.galassianatura.it  , che è stato il mio riferimento fondamentale.
Questo uccellino rimaneva tuttavia per me sostanzialmente un estraneo.
Mi mancava un incontro intenso, duraturo, diretto.
Un giorno l’ho incontrato e riconosciuto a 200 metri dall’incrocio tra il naviglio di via Chiesa Rossa e il Lambro meridionale, dove c’è un vecchissimo e maltenuto ponticello sopra una chiusa.

C’erano infatti dei simpatici uccellini, attivissimi, che saltavano da un ramo ad un altro senza sosta o facevano capolino dentro e fuori nei cespuglietti, alternando spazi aperti ad altri più protetti.
Ed oltre a questo movimento acrobatico abbastanza diffuso tra i passeriformi, la loro esibizione diventava
strabiliante quando attuavano il loro pezzo forte: si ponevano su una specie di trampolino scelto tra le sporgenze sull’acqua disponibili, e da questo spiccavano il volo spingendosi fino ad uno o due metri di distanza, lì roteavano su sé stessi e velocissimi tornavano al trampolino di partenza.

E così continuavano, un’acrobazia dopo l’altra, instancabili.
Quegli uccellini erano degli esemplari di Luì piccolo.
Pur cosi piccolini e un po’ distanti sono stati l’obiettivo di molti miei scatti fotografici.
Naturalmente le foto dovevano migliorare, ma io li stavo conoscendo.
E la particolarità che avevo osservato era una novità assoluta per me, davvero simpatica.
Unico rammarico, le condizioni di poca pulizia, per non dire di abbandono, dell’acqua e delle aree circostanti.

Altro incontro con il Luì piccolo è avvenuto ai Giardini della Guastalla, in centro a Milano; lì sono state scattate altre foto.
Ancora una volta sono stata attirata dai loro piccoli voli ripetuti e molto veloci e ho cominciato a sfidare con la mia fotocamera la loro agilità.
Sono meno diffidenti di altri passeriformi e continuavano i loro voli acrobatici senza allontanarsi subito e definitivamente dall’albero a cui mi avvicinavo per riprenderli.
Era come giocare a nascondino con amici abili ma dispettosi, che mi facevano tribolare, ma talvolta si lasciavano per un attimo riprendere.

E poi si spingevano anche alla grande fontana centrale e lì, pur molto più inibiti rispetto a quelli osservati vicino al naviglio e un pochino sospettosi, confermavano le loro abilità di ballerini aerei.
Fringuelli, Cardellini e Cince, poco numerosi ma presenti, preferivano invece rimanere ben protetti sulle sommità degli alberi o allontanarsi velocissimi al minimo segno di attenzione nei loro confronti.

Anche al parco Ticinello hanno trovato cespuglietti o siepi dove stare; da lì spiccano i loro voli un po’ più in alto.
Avevo letto che sono ghiotti di insetti: ho verificato personalmente che è vero.

All’oasi Le Folaghe, in provincia di Pavia,  si godevano il bellissimo sole, poco prima del tramonto, saltellando tra i rami di un grande albero e, questa volta, in modo inconsueto, molto in alto.

Il bello della caccia fotografica è poi, oltre alla ricerca in campo, l’analisi successiva delle fotografie ottenute, in quanto l’osservazione dell’immagine si somma a quanto realmente visto, per cui il quadro che  appare ha la ricchezza di tutti gli attimi vissuti e ne deriva una ottima conoscenza del soggetto, sia nei dettagli anatomici che nei comportamenti specifici.

Le foto sono state scattate quasi tutte in priorità di tempo, perché se per un attimo l’uccellino era fermo su un ramo, l’attimo dopo lo stesso sarebbe stato in movimento.

Dopo questi primi incontri mi sono resa conto che vedo questi uccellini sempre più spesso, perché ora li conosco e li riconosco.

Foto e testo: Silvana Boccardo

 

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Nessun commento

  1. E’ sempre un piacere leggere gli articoli di Silvana,questa volta poi corredato da buone foto

  2. Complimenti per l’articolo, hai raccontato in maniera molto chiara e semplice le caratteristiche e il modo di vivere di questo simpatico uccellino

  3. Bello il racconto e belle foto Silvana !

  4. Brava Silvana, ho riconosciuto il tuo stile dettagliato e appassionato ancor prima di leggere la firma. Belle anche le foto

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