Tutorial: “Fotografare un roost”

Uno dei soggetti più fotografati in inverno, per chi pratica caccia fotografica, è il Gufo comune.
Le foto a questo rapace notturno si fanno …di giorno, al loro roost.
“Roost” è un termine tecnico inglese che significa: dormitorio, posatoio.

E’ il luogo dove i Gufi si radunano in gruppo su un albero e trascorrono la giornata a riposarsi e sonnecchiare.
Il numero di individui varia da qualche unità a svariate decine di esemplari.
Resteranno immobili per tutto il giorno e solo al tramonto s’involeranno verso le aree di caccia.

Una volta identificato il posatoio dovrai fare attenzione a non creare troppo stress agli animali durante la tua attività fotografica.
Anche se i Gufi sono posati a 4-5 mt d’altezza, è importantissimo evitare qualsiasi tipo di disturbo.

Ecco alcuni consigli facili da mettere in pratica quando si fotografano i Gufi comuni in un roost:

1) Fotografare questi rapaci notturni è un’operazione molto delicata e muoversi senza criterio può compromettere l’esistenza del roost.
L’integrità degli animali deve venire prima di ogni altra azione, quindi scatta le foto da una valida distanza di sicurezza e allontanati nel più breve tempo possibile.

2) Anche se apparentemente i gufi non sembrano nervosi dalla tua presenza, nella realtà non è così.
Alzare i due ciuffi auricolari e rimanere immobili con gli occhi sgranati ad osservare il disturbatore è il loro modo di esternare lo stress.

3) Nella stragrande maggioranza dei casi ti capiterà di fotografare il Gufo dal basso verso l’alto, ossia contro il cielo.
Ovviamente il soggetto risulterà scuro, pertanto usa la compensazione dell’esposizione per schiarirlo.
In pratica, dovrai agire sul comando “+1,+2,+3 // -1,-2,-3” e impostare un valore positivo ( + ).
In questo modo riuscirai a recuperare i colori del corpo del Gufo comune che altrimenti sarebbero andati perduti perchè troppo scuri.

4) Anche se il roost è in un luogo pubblico, non significa che gli uccelli siano più …domestici.
Con il tempo i Gufi hanno capito che le persone che frequentano abitualmente quel posto, passano e vanno.
Non rappresentano un problema.
Il fotografo invece rimane sotto l’albero, si avvicina al tronco, li osserva a lungo, guardandoli negli occhi.
E’ un comportamento totalmente diverso che aumenta il loro timore  e la loro agitazione.
Non avvicinarti troppo all’albero.

5) E’ meglio selezionare le persone a cui confidi dove c’è il roost.
Poche, ma buone!
Sono pur sempre animali selvatici che temono l’uomo e se ogni giorno ci vanno decine di fotografi, il rischio di spaventarli aumenta tremendamente.

6) Per avere una immagine nitida è preferibile scattare con valori di ISO bassi (intorno a ISO100).
Più alto è il valore della sensibilità ISO, maggiore sarà il rumore digitale. con una conseguente diminuzione della gamma dinamica (ossia il rapporto tra la massima e la minima intensità luminosa) e dei dettagli nella foto.

7) Violare la loro tranquillità significa rischiare di mettere in fuga l’intera colonia, con il rischio di minacciare la loro sopravvivenza.
In genere il posatoio è scelto anche in base alla vicinanza con l’areale di caccia.
Se lo cambiano, non è detto che ne trovino uno in posizione altrettanto favorevole.

8) Come per ogni altro animale, anche per i Gufi comuni l’avvicinamento all’albero dev’essere graduale e mai diretto.
Metti in atto le classiche tecniche di caccia fotografica vagante: non guardarli apertamente negli occhi, avvicinati a zig zag mai in linea retta, vai e vieni 2-3 volte in modo manifesto, avvicinati e poi allontanati in modo che si abituino alla tua presenza sotto l’albero, fermati a una distanza ragionevole e scatta le foto, sii veloce e non insistere.

9) Scatta in priorità di diaframma (AV o A).
Questa funzione ti permette di decidere cosa mettere a fuoco e quanto amplia deve essere la zona nitida davanti e dietro il soggetto principale.
Una buona profondità di campo la si ottiene impostando un diaframma intermedio, ad esempio f/8.

10) Anche se avrai il problema di trovare un’inquadratura decente libera dai rami, resta al massimo 10 minuti e poi abbandona la scena.
Non tornare il giorno dopo, ma lascia passare 2-3 giorni.

11) Per avere una maggiore possibilità di centrare solo l’animale, seleziona l’area di messa a fuoco sul punto centrale.
Poi, imposta la modalità Spot AF (icona: quadrato con pallino centrale), che copre la più piccola area di messa a fuoco possibile.
Metti a fuoco l’occhio!

12) Finché la loro forma rimane tonda, “grassottella” ed hanno gli occhi chiusi/socchiusi, significa che lo stress non è a livelli pericolosi.
Se invece si sentono minacciati, la loro silhouette si allunga e confidando sul mimetismo, cercano di assomigliare ad un tronco.
In questo casi, è necessario abbandonare subito la scena.

13) I criteri usati dai Gufi comuni per valutare un dormitorio sono ancora sconosciuti, ma una cosa è certa: se si trovano bene resteranno fedeli a quel luogo anche l’anno dopo e così via per tutti gli inverni successivi.

14) Con l’esperienza e la pratica, ho notato che le piante usate per la loro sosta diurna non sono molte.
Li ho fotografati prevalentemente su: conifere, betulle, pioppi e sulle magnolie.

CONCLUSIONI
Spesso la stagione fredda è avara di soggetti per chi pratica caccia fotografica: molti uccelli sono migrati nei paesi caldi ed altri vanno in letargo.
Da ottobre a marzo hai però un valido motivo per uscire a fotografare: cerca un roost, un dormitorio dove i Gufi comuni si radunano per affrontare insieme i mesi più freddi dell’anno.
Sfrutta questa importante opportunità che ti offre la natura per scattare nuove foto.

Testo e foto di Alvaro Foglieni

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4 commenti

  1. E’ sempre una bellissima esperienza ,trovare un roost di gufi e riuscirli a fotografare.
    Come dice Alvaro l’importanza è la discrezione nell’avvicinarsi non troppo agli animali per non farli innervosire.
    Ricordo ancora la mia prima esperienza con grande emozione ed auguro a tutti gli appassionati di imbattersi in un roost di gufi da fotografare.

  2. Interests an fission post
    Finalmente l’ utilita’ di FB

  3. Questi articoli valgono oro per chi non conosce questi maestosi animali!

    Chi come il sottoscritto è digiuno dall’incontro con dei gufi avrebbe potuto commettere dei grossolani errori!

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