Escursione: “Caccia fotografica sulle Orobie occidentali”

Terminate le vacanze al mare, riprendo l’esplorazione delle montagne raggiungibili in 1,5 ore da Milano.
Avevo ricevuto delle informazioni in merito alla presenza di alcuni passeriformi nei pascoli e delle praterie alpine delle Prealpi Orobiche occidentali ed ho deciso di andare a fotografarli.
Mi accompagnano: Claudia, mia figlia e Enza, mia moglie.

In realtà l’escursione non è finalizzata alla sola caccia fotografica.
Il mio scopo è osservare con l’occhio di un naturalista curioso l’ambiente montano, cercando di cogliere ogni volta nuovi spunti fotografici.

I panorami, la flora e la fauna sono i protagonisti delle mie foto.
Per esperienza, so bene che una sola gita non basta per capire la potenzialità di un luogo, ma a volte la fortuna aiuta a fare incontri inaspettati.

Oggi, ho scelto come destinazione una delle più conosciute località di montagna della Valsassina: i Piani di Bobbio.
Conoscevo il luogo come località sciistica , ma non c’ero mai stato in estate.
Una comoda cabinovia permette di raggiungere l’altipiano in pochi minuti, passando 670 mt di Barzio agli oltre 1600 dei Piani di Bobbio.

Una volta in quota, appare un paesaggio incantevole: grandi pascoli fioriti, circondati da cime simili alle Dolomiti (le rocce sono infatti Dolomia).


Quelli che in inverno sono pendii innevati per discese sciistiche o pianori per piste di fondo, oggi sono diventati percorsi di trekking per tutti i gusti!

Il percorso scelto è facile, si cammina in salita in un esteso e ondulato piano inclinato coperto da un verde pascolo e ci fermiamo spesso per fotografare sia i fiori, che gli uccelli che s’involano al nostro arrivo.
La meta è il rifugio Lecco (mt 1779), posto in posizione panoramica nella parte superiore dei Piani di Bobbio, all’inizio del Vallone dei Camosci e con alle spalle le ripide pareti dello Zuccone Campelli.

Ai Piani ho realizzato alcune foto di uccelli, cercando di mettere a punto alcuni accorgimenti per ottenere immagini più interessanti.
Di seguito troverete la descrizione delle tecniche utilizzate, sono semplici trucchi da utilizzare ogni volta che si pratica caccia fotografica.

Almeno … ho una foto!

CODIROSSO SPAZZACAMINO – Molto comune sulle Alpi. Facile da osservare specialmente per la sua abitudine di fermarsi su posatoi ben in vista.

In genere, gli uccelli scappano quando si sentono minacciati.
Per evitare di spaventarli, si deve avanzare molto lentamente, fermandosi ogni tanto per far capire all’uccello che non siamo dei predatori interessati a catturarlo.
Ogni volta che ci si ferma, è opportuno scattare delle foto.
Questa tecnica ci permetterà di avere almeno una foto dell’uccello.

Occhio …all’occhio

PASSERA SCOPAIOLA – Frequenta le aree cespugliose, elusiva e difficile da osservare si mostra raramente allo scoperto.

Quando si guarda una foto d’uccello, la prima cosa che osserviamo è l’occhio.
L’uomo tende a fare un collegamento “occhio con occhio”, con qualsiasi essere vivente.
Non è diverso con gli uccelli.
L’occhio dell’animale deve essere perfettamente a fuoco.
Inoltre, fai in modo che appaia il “luccichino” o scintilla, insomma quel bagliore causato da un punto di luce.
Se non c’è lo scintillio negli occhi dell’animale, lo sguardo apparirà privo di vita e insignificante.
Quel brillio, contribuisce a richiamare l’attenzione sugli occhi del soggetto, che potrebbero altrimenti perdersi tra gli altri elementi della scena.
Seguendo questa semplice linea guida, le tue foto miglioreranno, perché:
• L’occhio sarà sempre a fuoco e nitido,
• La scintilla nell’occhio farà apparire lo sguardo più vivo.

Abbassati

CULBIANCO – Tipico passeriforme dei pascoli e delle praterie alpine. Lo si osserva facilmente nei prati aperti ricchi di pietre.

Questo è un suggerimento che ripeto spesso sia durante gli incontri presso la sede di PdiN, sia ai corsi fotografici.
La maggior parte delle nostre foto sono prese stando in piedi.
Fotografare gli uccelli al livello dei loro occhi (ovviamente tranne quando sono in volo) offre grandi benefici, quali:
• Foto più intima, grazie al contatto visivo,
• Avere un piacevole ed utile sfocato davanti e dietro il soggetto,
• Spaventerai meno l’uccello perché sarai piccolo ed avrai difficoltà a muoverti velocemente,
• L’osservatore della tua foto sarà più coinvolto.

La star è lui

CINCIA MORA – Specie tipica dei rilievi montuosi. La si trova con facilità ovunque ci sia un bosco di conifere.

Fai in modo che il volatile sia l’unico protagonista della tua foto.
In genere, nella caccia fotografica, si fotografa un solo uccello alla volta.
E’ una specie di ritratto e come tale deve essere realizzato, riempiendo il fotogramma con l’animale.
I vantaggi di questa regola sono:
• È più facile concentrarsi solo sull’uccello
• È più facile sfocare lo sfondo
• È più semplice esporre correttamente il piumaggio
• E molto più semplice comporre la scena

Ferma l’azione

REGOLO – Nidifica in tutto l’arco alpino, sempre in movimento in cerca di cibo fra i rami degli alberi, non scende mai a terra.

Gli uccelli sono sempre in movimento, sono rari i momenti in cui si fermano inattivi.
Fotografare il comportamento di un uccello in azione comporta tanta pazienza, ma il risultato ripagherà ogni tuo sforzo.
Ecco alcuni suggerimenti per scattare foto d’azione:
• La mattina presto o il tardo pomeriggio, gli uccelli sono molto più attivi che nel resto della giornata,
• Scatta lunghe raffiche, avrai più chance di avere una foto bella, a fuoco e ferma,
• Insegui continuamente con l’obiettivo l’uccello e tienilo perennemente a fuoco,
• Impara ad anticipare l’azione, osservando i comportamenti dell’animale.
Ricorda che gli uccelli tendono ad ignorarti quando sono molto affamati; in queste situazioni diventa più facile fotografarli in azione.
Avvicinati con calma, non avere fretta perchè Vedendoti arrivare velocemente, potrebbero allarmarsi e volar via.
Scatta solo quando vedrai che l’animale è tranquillo, ti ignora ed ha ripreso la sua attività.
Utilizzare un cespuglio, un albero o una roccia per nasconderti.

Conclusioni
Grandi foto richiedono molto tempo e molti sacrifici.
E’ necessario dedicare tempo ed energie per studiare il comportamento degli uccelli, capire gli habitat preferiti e sapere cosa può fare la tua fotocamera.
Non avere fretta, ma preparati per bene.
La foto perfetta sarà la giusta ricompensa del tempo speso ad imparare.

Testo e foto di Alvaro Foglieni

 

 

 

 

 

Nota dell’autore
Per le foto di uccelli, ho utilizzato: CANON 7D Mark 2 + CANON Zoom EF 100-400mm f/4.5-5.6 L IS USM II.
Per le foto di panorama e fiori, ho utilizzato: CANON PowerShot G7X.
Scattando in RAW, le mie foto hanno necessità di interventi in post-produzione.
Tutte le immagini inserite nell’articolo hanno pertanto subito delle migliorie (contrasto, colore, dettaglio) e dove necessario, un ritaglio per meglio evidenziale il soggetto principale.

 

Grazie di aver letto l’articolo.
Se ancora non l’hai fatto, ti suggerisco di iscriverti al blog.
Registrandoti, riceverai gratuitamente ogni settimana nuovi consigli e informazioni fotografiche.

Sfida te stesso con nuove prospettive: prova angolazioni insolite e trova punti di vista originali per raccontare storie diverse.

Per consigli pratici su come migliorare le tue foto naturalistiche, segui la nostra pagina gruppo Facebook.

Se ti è piaciuto l'articolo, condividilo su:

8 commenti

  1. Oltre che un bravo fotografo sei anche un bravissimo divulgatore.Conservo in genere le tue relazioni su alcune della località che hai visitato perchè di mio interesse

  2. Ciao, ho iniziato a seguirvi da poco e nei vostri articoli trovo sempre nuovo spunti.

    Vorrei chiedervi un parere: a volte quando scatto la foto di un uccello su un posatoio, mi capita che il becco sia ben nitido, mentre invece la coda sua sfuocata. Con queste impostazioni riesco a togliere gli arbusti dietro al mio soggetto, ma purtroppo non ho il corpo nella sua interezza. Una foto come quella del Culbianco sarebbe splendida per me!
    Secondo voi è una composizione accettabile o avete qualche trucco da suggerirmi?

    1. Ciao Antonia, grazie per i complimenti e per l’interessante domanda.

      Il problema da te citato ha un solo colpevole: la profondità di campo.
      In fotografia per profondità di campo s’intende quella zona della scena all’interno della quale l’immagine è tutta nitida.
      Davanti e dietro questa zona, gli elementi appaiono sfuocati.
      La profondità di campo più essere regolata (aumentata o diminuita) agendo sul diaframma.
      Nel tuo caso, il diaframma utilizzato era troppo aperto (aveva i numeri piccoli).
      Per avere a fuoco becco e coda, dovrai utilizzare un diaframma più chiuso (i numeri alti aumentano la zona nitida).

      Per modificare il diaframma, hai due possibilità:
      1) Fotografare in priorità di diaframma (seleziona la funzione “AV” o “A” sulla tua fotocamera): imposta il valore f/8. In genere questa apertura di diaframma è un buon compromesso per avere a fuoco l’intero uccello e mantenere una velocità di scatto abbastanza elevata (ovviamente in giornate soleggiate).
      2) Fotografa in priorità di tempi (seleziona la funzione “TV” o “S” sulla tua fotocamera): alza il valore degli ISO. Aumentando la sensibilità del sensore, potrai scattare con un diaframma più chiuso.
      In pratica, inquadra la scena e verifica i valori di ISO e Diaframma con le impostazioni standard. Poi alza gli ISO finché il diaframma non aumenta rispetto al valore precedente.

      In generale, ricorda che:
      – nei ritratti, è fondamentale che l’occhio del soggetto principale sia a fuoco, il resto (la coda o l’ala aperta) può anche essere leggermente sfocata.
      – Se vuoi avere la certezza che tutto l’uccello sia a fuoco, fotografalo solo quando è posato di lato (mostra il fianco) e parallelamente alla tua postazione.

      Continua a seguirci e scrivi ancora se hai altre richieste.

      1. Grazie Alvaro per tutti i consigli!

        Non vedo l’ora che arrivi il fine settimana per poter mettere in pratica tutti i tuoi suggerimenti.
        Se riuscirò a fare delle foto ben definite mi piacerebbe inviarle per il “Progetto 52”. La partecipazione è ancora aperta?

  3. Alvaro come sempre i tuoi articoli sono sempre eccezionali.Ricchi di spunti da esploratore e sempre completi di note tecniche per ottenere il miglior scatto possibile.
    Bei paesaggi e anche belle foto da inserite a corredo di questa uscita ai Piani di Bobbio

  4. Grazie a tutti per i complimenti.
    Li ho molto apprezzati.
    Mi fa molto piacere leggere che i miei diari di viaggio offrono lo spunto per una nuova escursione fotografica.

  5. Bravo Alvaro, bell’articolo, come sempre sai raccontare bene luoghi e tecniche fotografiche, oltre a fare delle belle foto.
    Spero di leggerti presto con un nuovo articolo e magari riuscire a copiare qualche immagine da te scattata.

  6. Brava Antonia, ottima idea!
    Prova le differenti soluzioni suggerite e dimmi che risultati hai ottenuto.
    Anzi mandaci le tue foto, siamo sempre molto contenti di pubblicare le immagini dei nostri followers.
    Ciao!

Rispondi a Alvaro Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *