L’evoluzione degli scatti – Autore: Alvaro

La prima cosa che facevo quando trovavo un uccello posato era: puntare la fotocamera, inquadrare il volatile e scattare a raffica qualche foto.
Il soggetto era ben fermo ed io cercavo di immortalare al meglio il suo ritratto.
Questo metodo fotografico va benissimo, è quello che assicura il 90% delle nostre immagini.
In confidenza: io scatto ancora oggi così moltissime foto!
Col passare del tempo e dopo aver acquisito una maggiore esperienza fotografica sul campo, ho capito che queste immagini erano statiche, poco originali e che non destavano un particolare interesse negli amici che le guardavano.
Belle immagini, ma poco incisive.
Era arrivato il momento di dare una svolta alle mie foto.

Ecco l’evoluzione dei miei scatti.

Ritratto
La mia esperienza di fotonaturalista è partita con questo tipo di immagini: riprendevo l’animale sempre di profilo, immobile, cercando di esaltarne i colori e le forme.
Un vero e proprio ritratto che metteva in evidenza la bellezza dell’animale, che è poi lo scopo di questo genere di fotografia.

alvaro-evoluzione-foto-frosone
I “ritrattoni” così chiamati in gergo,  sono la maggior parte delle foto che ho in archivio.
Sono quelle che scattavo quando muovevo i primi passi nel mondo della caccia fotografica e quelle che ancora oggi, nella stragrande maggioranza dei casi,  faccio per prime.
Dal punto di vista tecnico, dopo tanti errori e delusioni, ho capito che è meglio impostare la priorità di diaframma con l’apertura più ampia possibile, in modo d’avere lo sfondo sfocato.
Quando il ritratto non mi bastò più, cambiai genere di inquadrature.

Ritratto ambientato
Il passo successivo è stato la foto di un uccello, inserito nell’ambiente in cui vive.
Ho trovato subito nuovi stimoli, perché il processo di composizione fotografica è accattivante, studiato con lo scopo di far capire l’habitat, non solo le bellezze dell’animale.alvaro-evoluzione-foto-airone-rosso
L’uccello non è da solo a riempiere il fotogramma, ma è immerso nell’ambiente circostante che diventa a sua volta parte integrande dell’intera scena.
Ho notato che questo genere di fotografia ha un grande vantaggio: non sono necessari potenti teleobiettivi, si può utilizzare un grandangolo e in alcuni casi anche lo smartphone!
È vero che la dimensione del soggetto principale è più piccola rispetto al solo ritratto, ma l’animale sarà riconosciuto come il principale punto di attrazione da chi guarderà la foto.
A volte, se il volatile è tranquillo e fermo, tento anche di dare forma all’immagine, seguendo le regole classiche della composizione fotografica.
Il mio suggerimento per avere un risultato interessante è che tutti gli elementi della scena devono essere perfettamente a fuoco, compreso lo sfondo.
Pertanto, per una buona profondità di campo, il diaframma dovrà essere chiuso.
Un ultimo consiglio: non scattate con il soggetto al centro, ma seguite la “regola dei terzi”.

Azione
Nonostante il cambio, le foto continuavano ad essere prive di movimento.
Poi l’idea, dovevo catturare un istante preciso della vita dell’animale.
Per esempio:  una fase del corteggiamento o un’azione di caccia per procurarsi il cibo, le parate nuziali che precedono l’accoppiamento o la cura e l’allevamento dei piccoli, la fuga o il combattimento.alvaro-evoluzione-foto-cavaliere-ditalia
Non mi bastava più il ritratto statico di un uccello posato nel suo ambiente che mi guardava, desideravo documentare una vera e propria azione di vita quotidiana.
Devo ammettere che non è facile scattare queste immagini, l’uccello non gradisce mettersi in mostra e se lo fa è solo per brevi attimi.
L’esperienza mi ha fatto comprendere che per avere la certezza di cogliere il momento esatto di una azione, conveniva scattare un istante prima che la scena accadesse.
Diventa quindi fondamentale conoscere il comportamento dell’animale per capire cosa sta succedendo e prevenire l‘azione.
Un consiglio: mentre sta avvenendo l’evento, scattate moltissime foto, l’importante è averne almeno una che immortali l’avvenimento nel suo momento massimo.
La fotocamera dovrà essere impostata su priorità di tempi e l’otturatore dovrà avere un tempo di scatto veloce: 1/1000”.

So di non essere l’unico che col tempo ha cercato nuovi stimoli nella fotografia naturalistica.
Molti amici fotonaturalisti dopo la fase iniziale in cui si scatta a qualsiasi cosa si avvista, si sono gradatamente spostati sulla fotografia d’azione
Il semplice ritratto statico non basta più, si sente la necessità di passare ad immagini dinamiche, dove l’animale non è più immobile ad osservarvi, ma …“fa qualcosa”.

 

Avete già provato lo stesso desiderio di cambiamento?

Come l’avete risolto?

Inviateci le vostre esperienze.

La perfezione è nell’attimo: catturate l’essenza del movimento naturale senza esitare, ogni secondo è prezioso.

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  1. Condivido in pieno tutto quello scritto da Alvaro.Io soprattutto la prima volta che fotografo una specie nuova , ho la necessita’ di avere il soggetto fermo li in tutto il suo splendore, come fossimo in uno studio fotografico.
    Ma dopo svariati scatti ho la curiosita’ di fotografarlo in diverse posizioni o atteggiamenti, mentre mangia o mentre corteggia la femmina , ma il massimo e’ in volo e quando fermo uno scatto di un uccello in volo con le ali aperte e tutto perfettamente a fuoco , ecco che l’emozione sale.
    Ma amici non spaventatevi se tutto cio’ comporta tantissime foto da buttare, ma con tanto esercizio e una sempre migliore conoscenza della propria attrezzatura ci si riesce prima o poi.

  2. Concordo Marco!
    All’inizo di questa passione fotonaturalistica il numero di foto sbagliate non si contavano.
    Sinceramente, anche oggi mi capitano delle uscite fotografiche in cui qualcosa va storto e cancello parecchie immagini.
    Per fortuna scattiamo in digitale ed i costi non sono quelli di anni fa con le diapositive!
    Quando però torno a casa ed analizzo le immagini difettose, cerco di fare tesoro dei miei errori.
    Mi sforzo di capire lo sbaglio e studio cosa avrei potuto fare per non commetterlo.
    Nella successiva escursione metto in pratica la nuova tecnica di ripresa, a tuttto vantaggio dell’immagine finale.
    Caccia fotografica …” non si smette mai d’imparare”!

    Capita anche a voi di commettere degli errori fotografici?

    I vostri commenti saranno benvenuti!

  3. Ciao a tutti, leggendo il tema del post ed i commenti mi sono riconosciuta.
    Anch’io sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo nelle mie foto di natura.
    Da qualche tempo sto cercando di sperimentare la tecnica del panning.
    Non è facile, ma vi assicuro che se la foto riesce bene, il risultato finale è entusiasmante.
    Con il panning avete la possibilità di rappresentare, con un’immagine statica, il movimento di un uccello in volo.
    Sembra una contraddizione, ma la sensazione che ne deriva dalla visione di queste fotografie, è proprio di dinamismo.
    La tecnica è semplice: basta seguire il soggetto in volo, cercando di inquadrarlo ininterrottamente, con una messa a fuoco continua.
    Se tutto è stato eseguito nei migliori dei modi, l’uccello risulterà immobile e dettagliato, mentre lo sfondo apparirà mosso, in movimento.

  4. Ciao Claudia, anche io sto sperimentando questa tecnica.
    E’ vero, è una tecnica problematica.
    Ho trovato grandi difficoltà ad impostare il giusto tempo di otturazione.
    Le immagini mi vengono o troppo mosse o troppo ferme!
    Hai dei suggerimenti da darmi?

  5. Ciao Claudia ,ho imparato un nuovo termine nella fotografia,il panning.
    Mi spieghi come posso ottenere anche io delle belle foto con questa tecnica.
    Mi incuriosisce provarla a breve.

  6. Ciao Enza e ciao Marco, eccovi alcune informazioni.
    Innanzi tutto, confermo le parole di Enza: non è facile fare panning.
    Dopo molti tentativi e tanti errori, ho capito che il giusto tempo da impostare dipende della velocità con cui vola l’uccello, senza dimenticare l’attrezzatura che utilizzata (io uso lo zoom Canon 100-400mm) e le condizioni di luce.
    Non esistono delle regole fisse da seguire, il risultato arriva dopo molti tentativi e tanta pazienza.
    Tenterò di semplificare, suggerendovi questa facile regola di partenza:
    · Impostate sulla fotocamera, la priorità di tempo.
    · Scattate una foto (di prova) per capire quale è il tempo di otturazione ottimale per congelare l’immagine.
    Dovrà essere una foto fatta alla massima velocità possibile per il tipo di luminosità presente.
    Raramente si andrà sotto 1/1000″.
    · Dividete il tempo di otturazione così ottenuto, per “8”.
    Il valore risultante sarà il tempo di scatto da impostare per il “panning”. 
     
    Esempio:
    Tempo per congelare il volo di un uccello: 1/1250”
    Tempo per effetto “panning”: 1/1250”: 8 = 156
    Il tempo da impostare sarà il valore più vicino a tale risultato, come 1/125” oppure 1/250”.

    L’uccello inquadrato dall’obiettivo, dovrà essere seguito costantemente nel suo volo.
    In pratica, voi dovrete muovervi ruotando su voi stessi, seguendo l’animale lungo tutto il suo tragitto, tenendo costantemente a fuoco.
    Un trucco: il movimento dovrà essere continuo e uniforme e non dimenticate di scattare a raffica.

    A questo punto non vi resta che fare alcune prove partendo dai due suggerimenti scritti sopra.

    Buone foto!

  7. Grazie mille Claudia, per la risposta.
    Metterò in pratica i tuoi preziosi consigli.
    Ti farò sapere.
    Ciao

  8. È vero, Claudia, il panning è metodo fotografico specifico per raffigurare il movimento.
    Certamente è una tecnica difficile per chi è alle prime armi e ancora non conosce a fondo la propria attrezzatura, ma molto stimolante.
    Vorrei dare il mio contributo al panning, inserendo una variante: fotografare un uccello in volo e far vedere il solo movimento delle ali.
    Il risultato è: il corpo immobile e le ali mosse. 
    Come fare?
    Seguire le istruzioni date da Claudia, ma dividere per “4” anziché per “8”.
    Sempre utilizzando il suo esempio, il risultato sarebbe: 1250:4 = 312
    Il tempo da impostare per avere l’effetto “mosso controllato” sarà: 1/250” oppure 1/500”
    Con questo tempo …”lento”, si avrà l’effetto di ali in movimento.
    Anche in questo caso, provare e riprovare è il migliore consiglio.

  9. Grazie mille Claudia per tutti i consigli.Spero di riuscire piano piano dopo vari tentativi a riuscire ad utilizzare questa tecnica.

  10. Grazie anche a te Alvaro per il tuo suggerimento,ho idea che alla mia prossima uscita butterò via un bel pò di scatti…..ma sono tenace e alla fine credo che riuscirò a fare anche io una bella foto con il panning.

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