Vacanze nel cuore selvaggio della Toscana – Parte 1

Mini guida alle oasi migliori d’Italia, dove puoi osservare molti uccelli, fare birdwatching e scattare ottime immagini.
Un utile strumento per sapere dove andare, quando andare e quali uccelli puoi trovare.

La Toscana meridionale è un vasto territorio caratterizzato da una natura selvaggia e poche areee urbanizzate, il luogo ideale per praticare caccia fotografica.
Lo possiamo ben confermare io e Marco, che abbiamo trascorso le vacanze estive in provincia di Grosseto, in piena Maremma.

La prima cosa che salta all’occhio visitando questa territorio è la varietà e la ricchezza dei suoi ambienti naturali.
E’ una terra in cui è forte il rispetto dell’ambiente, delle tradizioni, della cura per la campagna e degli animali.

Un posto in cui l’urbanistica non è selvaggia, la grande industria totalmente assente e l’inquinamento è una minaccia lontana.

Il mare, tra i più limpidi d’Italia, è rappresentato da lunghe spiagge di sabbia (es. Principina a mare) che si alternano a scogliere rocciose (es. Argentario), piccole insenatute selvagge (es. Cala Violina) fanno da contrasto a attrezzati stabilimenti balneari (es. Marina di Grosseto), il tutto intervallato da borghi marinari (es. Castiglione della Pescaia), porticcioli (es. Punta Ala) e isole pittoresche (es. Giglio) dai fondali affascinanti (es. Giannutri).
Tra le tante opportunità fotonaturalistiche che offre la Maremma, abbiamo voluto concentrare la nostra attenzione su 2 specifiche aree:
· Diaccia Botrona,
· Oasi San Felice

La Diaccia Botrona è quello che resta dell’antico lago estrusco Prille, prosciugato alla fine del 1800 per debellare la malaria.
Oggi è una splendida zona palustre, vero e proprio gioiello di biodiversità per l’intera Maremma grossetana, habitat ideale per oltre 200 diverse specie di uccelli.
L’itinerario che abbiamo percorso,  ha toccato i punti più belli e suggestivi della riserva:
· Casa Ximenes,
· Isola Clodia.
Appuntamento al parcheggio della “casa rossa” per poi proseguire a piedi fino al primo punto di osservazione coperto.

La Casa Ximenes poggia su un ponte a 3 arcate e, nel lato sud dell’edificio, un altro ponte a 5 arcate unisce il fabbricato alla zona palustre.

Un tempo la Casa era preposta al controllo del flusso delle acque in entrata e uscita tra la palude e il mare Tirreno, oggi ospita oggi il Centro Visite della Riserva e la sede del Museo Multimediale Interattivo.

Con Marco, ci arrampichiamo su una stretta scala a pioli per salire sul ponte in pietra e godere dello splendido panorama sull’intera palude.
Ai nostri occhi appaiono una serie di stagni dall’acqua bassa (30-40 cm), separati da sponde con isolotti ricchi di vegetazione tipica della macchia mediterranea, intervallati da canali.

La Diaccia è classificata come zona umida di importanza internazionale, perchè punto di sosta, nidificazione e svernamento di numerose specie di uccelli.
Da qui, abbiamo potuto osservare alcune specie di uccelli, quali:
· Fenicottero,
· Falco di palude,
· Airone cenerino,
· Cavaliere d’Italia,
· Sterna comune,
· Piro piro piccolo,
· Migliarino di palude,
· Gabbiano comune,
· Gallinella d’acqua,
· Folaga,
· Gheppio,
· Germani reali.

Lasciamo il complesso architettonico per seguire un sentiero che ci porta ad un punto di osservazione in legno, sospeso sul canale.

Il capanno, in ottimo stato di conservazione, offre al visitatore la possibilità di scattare foto ravvicinate a numerosi volatili, quali:
· Martin pescatore,
· Porciglione,
· Airone guardabuoi,
· Airone rosso,
· Cannaiola comune,
· Germano reale,
· Fratino,
· Corriere piccolo.
Purtroppo non abbiamo visto il Falco pescatore che dal 2014 nidifica in questa splendida riserva.

Partiamo da Casa Ximenes alla volta di una nuova destinazione: l’estremità nord-est della riserva, località Ponti di Badia.
Qui si trova una piccola collina nota come Isola Clodia ed alla sua base, c’è un capanno.
In seguito al prosciugamento dell’antico bacino lacustre, l’isola originale si è trasformata in una collinetta.

Dal parcheggio improvvisato, prendiamo un sentiero che costeggia un canale fino ad arrivare a ridosso del “padule” (nome toscano per palude), dove troviamo il secondo punto d’osservazione degli uccelli.
Mentre raggiungiamo la nostra meta, a destra e sinistra è tutto un involo di uccelli:
· Garzetta,
· Gabbiano comune e reale,
· Tarabusino,
· Airone rosso,
· Airone cenerino.

Entriamo nel capanno, posizionato sul bordo della palude.

La costruzione è datata ed avrebbe bisogno di un restauro, ma il fresco che troviamo all’interno della strauttura, ci ripaga ampiamente.
Ad agosto, il livello dell’acqua salmastra della riserva, si abbassa sensibilmente facendo emergere vaste superfici di fango.
E’ l’ambiente ideale per i limicoli, che in questo periodo dell’anno hanno già iniziato la migrazione verso i luoghi più caldi per svernare.
Vediamo volare molti specie ed alcune riusciamo a fotografarle, come:
· Cavaliere d’Italia,
· Pettegola,
· Totano moro,
· Piro piro piccolo,
· Piro piro boschereccio,
· Chiurlo maggiore.

La giornata volge al termine quando torniamo alle nostre auto con un ricco bottino di foto.
Negli occhi i colori della Diaccia Botrona e nella mente il ricordo di alcuni interessanti avvistamenti.

Conclusioni
Un tempo la Maremma evocava un modo inquietante, fatto di fatica, malattie e desolazione.
Oggi, è un ecosistema molto importante, un vero e proprio paradiso per i fotografi naturalisti.

Testo e foto di Alvaro Foglieni

 

 

 

 

 

 

Nota dell’autore
Nei mesi estivi, a causa della siccità, gli uccelli sono lontani dai capanni di osservazione.
Pertanto. la strumentazione ideale per realizzare caccia fotografica nella riserva è un tele con lunghezza focale minima di 400mm.
Le foto presenti nell’articolo sono state scattate con una fotocamera Canon PowerShot G7X.

Fine prima parte
Continua ./.

Sfida te stesso con nuove prospettive: prova angolazioni insolite e trova punti di vista originali per raccontare storie diverse.

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5 commenti

  1. Luoghi affascinanti ed indimenticabili .La Maremma ha un fascino indescrivibile con la sua natura ancora selvaggia.
    Non perdetevi la seconda parte 🙂

  2. Splendido articolo!

    Ho una domanda per voi: ho visto che i sentieri per arrivare al capanno sono molto scoperti. Gli uccelli vi hanno visto arrivare e sono scappati, per poi tornare subito dopo?

    1. Ciao Claudia,
      bella domanda!
      La risposta è: dipende dal carattere dell’uccello, ma in generale tutti gli uccelli scappano.
      Esistono uccelli che sono molto timorosi e schivi (es: Aironi, rapaci diurni) e come vedono l’uomo fuggono e non fanno più ritorno.
      Altre specie invece sono meno sospettose e permettono al fotografo/osservatore di avvicinarsi un po’ di più (es. Ibis sacro, svasso maggiore).
      In generale tutti i limicoli (uccelli delle aree umide-fangose della Diaccia Botrona) hanno un comportamento di “fuga & ritorno”.
      Il giorno delle foto, alcune specie presenti ai bordi dei sentieri di accesso, sono fuggiti non appena ci hanno visto.
      Noi non ci siamo preoccupati ed abbiamo continuato il percorso.
      Infatti, dopo circa 10-15 minuti che eravamo nascosti nel capanno, sono tornati ad occupare gli stessi posti.
      Questo succede anche in risaia, ambiente in cui abbondano i limicoli: ti avvicini con l’auto e loro di allontanano, ma dopo pochi minuti ritornano alla spicciolata e continuano a mangiare come se tu non ci fossi.
      Un altro uccello dal tipico comportamento di “fuga & ritorno” è il Martin pescatore.
      Questa specie è solita frequentare alcuni posatoi (rametti), che visita con regolarità più volte al giorno.
      Basta quindi conoscere l’ubicazione di un posatoio, per appostarsi e scattare ottime foto.
      Se ti vede ed è scappato, non temere, prima o poi ritorna.

      Spero di aver risposto alla tua curiosità.

      Ciao
      Alvaro

      1. Grazie per la risposta!
        La prossima volta che durante un’uscita vedrò gli uccelli scappare, non mi lascerò scoraggiare se scappano subito tutti.

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