Fotografia naturalistica da appostamento – Soluzioni & suggerimenti – Parte II

Nel precedente articolo, ho descritto due differenti metodi di “fotografia naturalistica da appostamento”, in alternativa alla caccia fotografica vagante.
Sono l’uso di un:
– Capanno fisso
– Capanno portatile

Chiunque pratichi la fotografia naturalistica, ha potuto constatare quanto gli uccelli siano diffidenti nei confronti dell’uomo.
La principale sfida è riuscire ad avvicinarsi senza spaventarli.
L’unica soluzione è l’utilizzo di un capanno.
Se l’animale frequenta una zona molto vasta e si sposta frequentemente, un capanno può rivelarsi un sistema problematico.
Rimane il fatto che è necessario avvicinarsi utilizzando una copertura.
L’uso dell’automobile è la soluzione ideale.

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AUTOMOBILE
Gli uccelli, come la maggior parte degli animali selvatici, non amano essere avvicinati dall’uomo.
Cosa fanno quando vi vedono?
Se siete a piedi allo scoperto, quasi certamente volano via appena vi muovete.
Se invece sarete in auto, avrete la possibilità di avvicinarci maggiormente senza spaventarli.
Stando così le cose, l’auto rappresenta un valido nascondiglio per fotografare gli animali a distanza ravvicinata.

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E’ un vero e proprio “capanno a quattro ruote” che non spaventa più di tanto gli animali e vi permette di ridurre in misura significativa la distanza di fuga.

Occorre però mettere in pratica alcuni accorgimenti, per riuscire a sfruttare questo “nascondiglio mobile”:
Avvicinarsi lentamente all’animale, monitorando continuamente gli eventuali segnali d’allarme che possono indicare una fuga imminente.
Aprire i finestrini anteriori: lato guida e passeggero.
Fissare sul finestrino il “cuscino anti-vibrazione”, sul quale si appoggerà la macchina fotografica.
Evitare frenate brusche o movimenti repentini.
Coprire i finestrini dei 4 lati con teli mimetici.
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• Arrivati a tiro, non spegnere subito il motore, ma lasciarlo in moto e rimanere immobili il più possibile.
• Quando ci si accorge che l’animale si è tranquillizzato, spegnere il motore, ma restare ancora immobili.
• Iniziare a fotografare, solo quando si è sicuri che l’uccello è tranquillo.

Spesso, può accadere che dopo un lungo e paziente avvicinamento, l’uccello scappi via.
È facilmente verificabile quanto gli uccelli capiscano la differenza fra un’auto in movimento ed una ferma.
Finché si è in movimento, l’animale è tranquillo, ma appena la vettura si arresta, il volatile … prende il volo.
In questi casi, suggeriamo di far guidare l’auto da un passeggero per dedicarsi totalmente all’aspetto fotografico:
– puntare l’obiettivo quando la vettura è ancora in movimento
– scattare la foto nell’attimo esatto in cui si ferma.

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In generale:
In qualunque capanno voi siate (fisso, portatile o mobile), nei momenti di attesa, controllate la fotocamera e verificate che sia impostata nel modo ideale.
È meglio farlo prima di scattare una raffica di immagini e non scoprire, in post produzione, che contengono errori.
La messa a fuoco deve essere sempre centrata sull’occhio.
Scattare molte foto permette anche, una volta a casa, di fare una selezione più accurata delle immagini.
Ricordate: non sempre si ha una seconda possibilità.
Se non avete riconosciuto la specie è meglio avere le foto delle differenti parti dell’animale: la testa, il corpo, il groppone, le gambe e la coda.
A casa, tutti questi elementi potrebbero rivelarsi utili per l’identificazione.
È utile far notare che gli uccelli sono estremamente difficili da trovare e ancora più difficili da fotografare in una posa ideale.
Tutte le foto di uccelli che vedete nelle riviste sono il risultato di molte ore di paziente attesa e di una seria preparazione dell’autore (sia fotografica, che naturalistica).

Autore: Alvaro

 

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3 commenti

  1. La tecnica suggerita da Alvaro è molto utile, io la utilizzo spesso e soprattutto quando incomincia la migrazione dei limicoli e vado a fotografare in risaia.
    Rimango comodamente seduto in macchina ,mi mimetizzo e aspetto il momento ideale per scattare una bella foto.

  2. Hai ragione Marco, è proprio la tecnica ideale per fotografare i Limicoli in risaia.
    Ne parleremo a fondo alla fine di Febbraio in occasione di una proiezione specifica su questo tema.

  3. Con la moto sarà più difficile, temo! Vorrà dire che qualche volta mi toccherà prendere la fedele Micra. 🙂

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